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22 Maggio 2023I dati sull’inflazione, che ad aprile si attesta all’8,2% con un carrello della spesa all’11,6%, dimostrano che il caro prezzi non è affatto passato. Il rialzo dei prezzi è un dato col quale le famiglie sono costrette a fare i conti. E con questa inflazione le ricadute sfiorano i 2500 euro annui a famiglia, con un peso crescente sulle famiglie numerose e su quelle meno abbienti.
Federconsumatori: gli aumenti pesano di più sui meno abbienti
Federconsumatori infatti torna a sottolineare che gli aumenti “non hanno lo stesso impatto per tutti: pesano molto di più per le famiglie meno abbienti”.
L’Istat rivede leggermente al ribasso il tasso di inflazione che si attesta al +8,2%, rispetto al +8,3% della stima preliminare. L’Istituto di statistica annuncia, però, che “la fase di rientro dell’inflazione si interrompe, principalmente a causa di una nuova accelerazione della dinamica tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati” (che passano da +18,9% al +26,6%). “Un dato che non fa altro che confermare le dinamiche già rilevate sui mercati dell’energia, alimentando preoccupazione per i mesi a venire – dice Federconsumatori – Questo andamento conferma quello che, da tempo, sottolineiamo: la necessità di mantenere obiettività e cautela, invitando a non cantar vittoria e ad allentare gli aiuti alle famiglie ad ogni minimo accenno di ribasso”.
Le ricadute per le famiglie rimangono pesanti. Secondo Federconsumatori sono di circa 2443 euro annui a famiglia. Il peso dell’inflazione ricade soprattutto sulle famiglie meno abbienti.
E l’associazione ricorda rinunce e sacrifici diffusi fra chi è in difficoltà e non solo. “Secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori i cittadini continuano a ridurre i consumi di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); a ricercare sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini); ad effettuare acquisti presso i discount (+11,9%). Questa dinamica accresce le disuguaglianze, le ingiustizie e le difficoltà nel nostro Paese”.
Codacons: stangata da 2400 euro l’anno
La stangata, stima a sua volta il Codacons, è di circa +2.398 euro annui a famiglia.
«La frenata dell’inflazione registrata negli ultimi due mesi si è rivelata una “illusione ottica” dovuta al ribasso delle bollette di luce e gas e, una volta terminato l’effetto calmierante dei beni energetici, il tasso è tornato a salire in modo preoccupante – dice il presidente Carlo Rienzi – L’inflazione all’8,2% equivale ad una maggiore spesa pari a +2.398 euro annui per la famiglia “tipo” che sale a +3.106 euro per un nucleo con due figli, stangata causata dalla crescita ancora a ritmi sostenuti di voci come gli alimentari e il carrello della spesa, comparti che segnano rispettivamente +12,1% e +11,6% su base annua, mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto segnano un +7,9%».
UNC: l’inflazione rialza la testa
«L’inflazione rialza la testa soprattutto per colpa del Governo che in aprile ha ripristinato tutti gli oneri di sistema sulla luce e la gran parte di quelli sul gas, facendo decollare i prezzi degli Energetici», commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
«Per una coppia con due figli, l’inflazione a 8,2% significa una stangata pari a 2417 euro su base annua, di questi ben 931 servono solo per far fronte ai rialzi del 12,1% di cibo e bevande – spiega Dona – Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva è pari a 2220 euro, 840 per mangiare e bere». L’impatto maggiore è naturalmente sulle famiglie numerose con tre o più figli, costrette ad affrontare rincari annui di 2718 euro, 1111 solo per prodotti alimentari e bevande.
Fonte: Help Consumatori