Sanità, allergologi: “Aumentano reazioni avverse ai farmaci”
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24 Marzo 2019Il Parlamento europeo verso il voto contro la plastica monouso. La plenaria e’ in corso da oggi da oggi al 25 ottobre a Strasburgo ed è previsto per mercoledì il voto degli eurodeputati sul divieto di vendita dei prodotti in plastica monouso come piatti, posate o bastoncini cotonati, che costituiscono il 70% dei rifiuti marini.
La nuova legge, informa una nota del Parlamento europeo, potrebbe vietare a partire dal 2021 la vendita all’interno dell’UE di articoli in plastica monouso, come posate, bastoncini cotonati, piatti, cannucce, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini. Nella lista dei prodotti da bandire i deputati della Commissione parlamentare dell’ambiente hanno aggiunto qualche giorno fa i sacchetti in plastica leggera, gli articoli in plastica ossi-degradabili e i contenitori alimentari in polistirolo espanso, votando dunque per un rafforzamento di alcune proposta della direttiva europeo sull’uso della plastica usa e getta. La scorsa settimana il Comitato ha inoltre votato a favore della richiesta di utilizzare almeno il 35% di materiale riciclato per i contenitori delle bevande a partire dal 2025. Fra le proposte c’è inoltre quella di introdurre misure per ridurre i rifiuti dei prodotti del tabacco, in particolare i filtri delle sigarette contenenti plastica, e quelli prodotti dalla perdita o dall’abbandono dell’attrezzatura per la pesca.
L’inquinamento da plastica si è imposto all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni per il suo impatto devastante, specialmente quando imballaggi, bottiglie, residui di flaconi e confezioni monouso degli alimenti si riversano nell’ambiente, sulle spiagge e nei mari. Una recente ricerca svolta dalla coalizione Break Free From Plastic, che vuole puntare l’attenzione sulla responsabilità delle grandi aziende nell’immettere sul mercato imballaggi monouso che inquinano il pianeta, evidenzia che i brand di riferimento di gran parte dei rifiuti rimandano proprio alle multinazionali.
Non dipende solo dal consumatore se la plastica finisce in mare o sulle spiagge, è l’idea di fondo della coalizione internazionale (ne fa parte anche Greenpeace) che chiede alle multinazionali un’assunzione di responsabilità per evitare l’inquinamento da plastica. Break Free From Plastic ha condotto 239 attività di pulizia e catalogazione dei rifiuti (brand audit) in 42 paesi del mondo. Sono stati catalogati oltre 187 mila rifiuti in plastica e identificati migliaia di marchi i cui imballaggi sono principalmente monouso. Gli imballaggi usa e getta di Coca-Cola erano presenti in 40 paesi.
Fonte http://www.helpconsumatori.it