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Oltre mille pazienti tra Patti e Oliveri sono ormai senza medico curante dal 23 febbraio sorso, a causa del surreale epilogo di una controversia giudiziaria tra il medico di base Antonino Sangiorgio e l’assessorato regionale alla Sanità. A segnalare l’accaduto è stato il Tribunale del consumatore di Patti, con un esposto rivolto agli organi competenti e alla locale Procura della Repubblica. La vicenda trae origine da un ricordo al Tar, attraverso cui il dottore Sangiorgio aveva impugnato la graduatoria per la copertura di due posti relativamente all’anno 2020 e dalla quale era stato escluso per mancanza dei requisiti previsti dalla normativa vigente. A seguito dell’accoglimento del ricorso, il medico era stato reinserito nella graduatoria 2020, ottenendo il trasferimento da Montalbano Elicona a Patti, dove si era insediato nel settembre del 2021, operando regolarmente fino allo scorso febbraio. In pendenza di ricorso, il professionista aveva anche inoltrato nova domanda di trasferimento per l’anno successivo, ed era stato regolarmente inserito anche nella graduatoria 2021.
In virtù della nuova domanda e in base al suo posizionamento in graduatoria, il medico, quindi, avrebbe ottenuto comunque di diritto la sede di Patti. Ed effettivamente, il 6 luglio del 2021 era arrivata comunicazione del posizionamento in graduatoria, che gli avrebbe garantito l’ottenimento del posto, e il contestuale invito dell’assessorato a formalizzare la scelta della sede. È qui, però, che la vicenda prende una piega inaspettata e anomale: il giorno successivo, a distanza di ben quattro mesi dal provvedimento, l’Assessorato decide di dare esecuzione alla sentenza del Tar, assegnando al medico la sede di Patti, in virtù della rimodulata graduatoria del 2020, in precedenza assegnata alla dott. Orlando. Di conseguenza, avendo già preso possesso della sede che avrebbe dovuto occupare in base alla graduatoria 2021, il posto lasciato vacante è stato occupato della stessa dott. Orlando. Malgrado la situazione si fosse pienamente stabilizzata, pochi gironi dopo l’assessorato alla Sanità decide di appellarsi al Cga, che con sentenza del 17 novembre 2022 annulla la sentenza del Tar ripristinando la graduatoria originale del 2020 ed escludendo, di conseguenza, il dott. Sangiorgio. L’Assessorato avrebbe deciso di dare attuazione alla sentenza solamente nel febbraio del 2023, quando erano ormai scaduti i termini per avanzare domanda di inserimento nella graduatoria 2022 e impedendo di fatto al medico di poter immediatamente riottenere la sede lasciata vacante. Sede che l’Assessorato andrà invece a coprire con nuove assunzioni. Insomma, per una discutibile gestione dell’intera vicenda, un medico di base con oltre mille pazienti in cura si ritrova stappato dall’oggi al domani di un posto assegnatogli in base alla revocata graduatoria del 2020. Posto che avrebbe già comunque ottenuto, con pieno diritto, in base alla graduatoria del 2021. A farne le spese, naturalmente, anche gli oltre mille pazienti costretti ad inoltrare richiesta per la scelta (forzata) di un altro medico di base.
Fonte: Gazzetta del Sud